Sardonicus dixit: “E’ difficile non scivolare sulle bucce del banale!.”
22 giugno
1183 aC(?). Fin dall’antichità il mondo classico discusse sulla data della notte fatale in cui cadde la città di Troia. Può sembrare una ricerca oziosa, ma evidentemente per molti non lo era. Queste ricerche furono riassunte dall’erudito Giuseppe Giusto Scaligero nel suo trattato “De emendatione temporum”, Libro V (1582), con cognizioni profonde che non mi sento di sfidare. La maggioranza degli antichi concordava sul fatto che la caduta avvenne ad otto giorni dalla fine del mese ateniese di Targelione (che però non era ancora in uso), 407 o 408 anni prima della prima Olimpiade (che quindi non fissavano ancora gli anni). Per restare vicino al plenilunio, notato da molti autori, lo Scaligero, seguendo Eratostene, propose il 1183 aC invece del 1184aC, data preferita da molti suoi predecessori. Dunque 22 giugno 1183 aC, calendario giuliano anticipato. Naturalmente non tutti sono d’accordo, e altre date sono in circolazione. A me pare che una data, anche se incerta, vada scritta, perché la mia raccolta di date letterarie, senza un riferimento all’Iliade, indiscutibile capostipite dei poemi della cultura occidentale, avrebbe poco senso.
Strettamente parlando, l’Iliade non descrive la notte della presa di Troia, ma lo fa assai bene – tra gli altri - l’Eneide, il poema nazionale Romano. Non so perché, ma a rileggere nei bei versi di Virgilio (“Infandum regina iubes renovare dolorem etc. - Mi comandi, o regina, di rinnovare un dolore inesprimibile”) il ricordo di quella tragica notte, nonostante questo sia associato ai banchi di scuola e l’evento si perda nella notte dei tempi, mi prende ancora una certa commozione.
(“Iliade”, 24 libri, 15693versi)
(“Eneide”, 12 libri, 9896 versi)
Per completare la storia della guerra di Troia abbiamo brani e riassunti di altri poemi del cosiddetto ciclo epico, di Lesche di Mitilene, Arctino di Mileto e altri, in gran parte raccolti nella “Crestomazia” di Proclo. Completi sono l’opera di Quinto Smirneo ed i due curiosi libri di Ditti Cretese e Darete Frigio, questi ultimi in latino e di parte Troiana. Tutti libri invitanti solo come curiosità letterarie.
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17??. Inizio dell’azione della commedia “E’ buono? E’ cattivo?”, di Denis Diderot, una delle sue ultime opere, terminata nel 1781 e pubblicata postuma. La commedia, brillante, frivola e divertente, è centrata su Monsieur Hardouin, molto simile a Diderot stesso, a cui viene dato da una delle sue (molte) amiche l’incarico di scrivere una commedia che dovrà essere recitata due giorni dopo. Il tempo a disposizione dell’autore è poco, ma diventa ancora meno, perché il buon Hardouin (ma è poi buono? è poi cattivo?) non dice mai di no a chi gli chiede dei favori, e per realizzarli non indietreggia davanti ad alcun espediente, a cui alla fin fine i suoi beneficati si devono rassegnare. Nel complesso, questa rimane oggi per noi tra le migliori commedie del Settecento illuminista.
(“Est-il bon? Est-il méchant?”, scritta nel 1781, stampata nel 1834, IV atti, 100 pagine).
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A sera muore il bimbo Pascualet, nel romanzo “La capanna”, di Vicente Blasco Ibáñez. È la crudele storia di una comunità intera, la Huerta di Valencia, coi suoi usi e costumi antichissimi (p.es. il tribunal de las aguas – tribunale delle acque, di Valencia, di cui è descritta una seduta) che si arma contro una povera famiglia che non ha in fondo nessuna colpa reale, a parte quella di aver occupato un podere “tabù”. Amaro romanzo realista a tinte forti, ma non senza un fondo di umanità.
(“La barraca”, 1899, 355 Kbytes).
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1867, sabato. Apprendiamo dal romanzo “L’isola misteriosa” di Jules Verne, che quello fu il giorno in cui il Nautilus sprofondò nel Maelström, e il Prof. Aronnax, il valletto Consiglio ed il fiociniere Ned Land riuscirono ad evadere dal Nautilus e tornare nel mondo civile, concludendo così il romanzo “Ventimila leghe sotto i mari”. Il romanzo di fantascienza, con la sua visione del mondo degli abissi marini, è notissimo e, oltre ai personaggi citati ha regalato alla letteratura mondiale la figura imponente del Capitano Nemo.
(“Vingt mille lieues sous les mers”, 1869, 894 Kbytes).
Per l’Isola Misteriosa si veda il 23 marzo.