Sardonicus dixit (quasi del tutto): “Si rivolgono ai fattucchieri quelli che non sanno apprezzare la magia della realtà.”
24 giugno
Probabile data del festival di Adone nella Grecia Ellenistica. Gorgo e Praxinoe, due donne borghesi di Siracusa che vivono ad Alessandria, vanno insieme alla festa, come ci dice l’idillio XV, “Le Siracusane, ovvero le donne alla festa di Adone”, di Teocrito di Siracusa. L’idillio è perfetto nella forma, e dopo duemiladuecento anni è ancora un classico sopportabilissimo, come anche alcuni altri dei trenta idilli superstiti di Teocrito (consiglierei almeno gli idilli I (come prototipo di mille altri), II, XX, XXI. Poi magari ci si prende gusto).
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In senso stretto questa, la notte di San Giovanni Battista, tra il 23 e il 24 giugno, è la “midsummer night”. Quindi, magari c’entra pure il sogno di una commedia di Shakespeare, per quanto la vicenda si svolga nell’antica Atene.
(“A Midsummer’s Night Dream”, commedia scritta tra il 1594-96, pubblicata nel 1600, 5 atti, 109 Kbytes)
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XIII secolo. Con un sogno che Heinrich fa nella notte di San Giovanni incomincia l’incompiuto “Heinrich von Ofterdingen”, di Novalis (Georg von Hardenberg). Heinrich è un poeta semileggendario che, secondo la leggenda, vinse la competizione di cantori al castello di Wartburg (vedi 7 luglio), ma questo lo sappiamo solo da altre fonti e da un riassunto del resto del romanzo del Novalis, prodotto da Ludwig Tieck. Il romanzo è in due parti: “L’attesa”, in nove capitoli, in cui si descrivono le varie esperienze del protagonista, e “Il compimento”, che, guarda caso, è incompiuto, in un capitolo. In questo romanzo, Heinrich al Wartburg non arriva mai. Per la prima volta nella letteratura tedesca compare invece subito il”fiore blu” (die blaue Blume), simbolo del romanticismo tedesco.
(“Heinrich von Ofterdingen”, 1798-1801 e 1802, 170 pagine).
Nel 1968 gli studenti berlinesi gridavano:”Abbasso la Germanistica (credo si trattasse di un corso universitario); dipingiamo di rosso il fiore blu”. A bocce ferme.
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1314, lunedì. Battaglia di Bannockburn, vinta dagli Scozzesi sugli Inglesi. Forma la parte centrale del poema nazionale scozzese “Bruce”, di John Barbour, XIV sec. Cronaca in versi, con qualche - solo qualche - afflato poetico. Se si vuole fare l’escursione è meglio essere equipaggiati per comprendere l’Inglese parlato in bassa Scozia.
(“The Brus”, 1377?, 20 canti, 14000 versi, come la Divina Commedia).
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1527, lunedì. Paracelso brucia a Basilea il “canone” di Avicenna ed altri testi, sfidando la medicina tradizionale, come Luther aveva sfidato il Papa bruciandone la bolla di scomunica il 10 dicembre 1520 a Wittemberg. Il fatto è ricordato al verso 950, Parte III del poema “Paracelso”, di Robert Browning. Vedi 24 settembre.
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Data tradizionale in cui nella Spagna del ‘500 si rinnovavano (o non si rinnovavano) i contratti, soprattutto quelli di affitto. Ricordata in “Lazarillo de Tormes” (vedi 28 agosto).
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1691, domenica. Nel massacro della storia perpetrato da Victor Hugo, secondo la moda romantica, nel suo “Ruy Blas”, si può tuttavia fissare a questo giorno l’inizio della tragedia. Storicamente, il 24 giugno 1691 fu licenziato il (secondo) favorito di Carlo II di Spagna, il Conte di Oropesa (che è evidentemente il modello di Don Sallustio), perché era detestato dalla nuova regina, Mariana di Neuburg, donna pervicace che voleva comandare lei. Oggi i domestici non si innamorano più delle regine, o, se lo fanno – e lo dicono in giro - sono considerati un po’ tocchi. Ma è interessante pensare che tragedie come il “Ruy Blas”, così lontane dal nostro modo di pensare, fanno non di meno parte del nostro bagaglio culturale, che lo abbiamo mai aperto oppure no.
(“Ruy Blas”, 1838, cinque atti).