Sardonicus dixit:”I fortunati sono coloro a cui il destino non riserva ciò che meriterebbero.”
13 luglio
1793, sabato. Charlotte Corday assassina Jean-Paul Marat. Verrà ghigliottinata il 17 luglio ed è celebrata in un’ode di André Chénier. Ecco, tra le poesie veramente coraggiose, questa è al primo posto, e non ci si può stupire più di tanto se nell’impressionante elenco cronologico di milletrecento vittime del Terrore che si legge nel transetto della chiesa del Cimitero di Picpus a Parigi figura, tra gli ultimi, anche il nome di André Chénier. Vedi 25 luglio.
(“Ode a Marie-Anne-Charlotte Corday”, scritta nel 1793, 78 versi: non costa molto sforzo leggere questo capolavoro poetico ed umano).
Le reazioni di Parigi alla notizia dell’assassinio di Marat sono presentate nel capo VII del romanzo “Gli dei hanno sete”, di Anatole France (vedi 14 settembre).
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1842, mercoledì. Muore a Neuilly-sur-Seine il principe ereditario Ferdinando-Filippo di Orleans, per un incidente di carrozza. Alfred de Musset se ne commosse e scrisse una meritatamente celebre poesia in memoria, “Il tredici luglio”.
(“Le treize juillet”, dalle “Poesies nouvelles”, 1843, 186 versi).
Non è magari necessario leggere tutte le settantuno poesie che compongono la raccolta. Ma sono certo che, scorrendone i titoli, qualcuno di essi può sollecitare la curiosità dell’escursionista letterario, per esempio la n.43. E poi il quinto intervento della Musa nella “Notte di maggio” credo che non ci sia Francese di media cultura che non lo conosca (“Quando il pellicano, stanco di un lungo viaggio… - Lorsque le pélican, lassé d’un long voyage…” etc.).
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1914, lunedì. La vigilia del 14 luglio 1914 il protagonista vede un assembramento davanti al cancello dei Maréchaud. La loro bambinaia impazzita non vuol scendere dal tetto. Curioso episodio accuratamente descritto in “Il diavolo in corpo”, breve romanzo di Raymond Radiguet, per cui vedi 20 agosto.