4 Settembre

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit “Fu proprio quando pensavamo di essere più attenti e lucidi che fu più duro il risveglio”.


– 4 Settembre

Unica data che compare in “Controcorrente” di Joris-Karl Huysmans, Capo XIV. E’ parte della citazione di un epiteto inventato dal poeta Tristan Corbière, uno di quelli che vanno a genio all’eroe del romanzo, Jean des Esseintes. Il 4 settembre 1870 fu proclamata più o meno definitivamente la repubblica in Francia, ma nel romanzo la data non ha alcuna funzione. Del resto “Controcorrente” non è un romanzo in cui succeda granché, e quindi non c’è da stupirsi che non vi succeda nulla neanche il 4 settembre. Tuttavia, questo non-romanzo, questo manuale dell’intellettuale decadente, questa disordinata successione di considerazioni atipiche su tutte le arti e molte attività umane (tra cui un esemplare viaggio a Londra, assolutamente da leggersi), può interessare al frettoloso giovane moderno, per imparare a prendere il proprio tempo per guardare osservare ricavare sensazioni da angoli insoliti. Insomma, un classico anche questo.
(“À rebours, 1884, XVI capitoli, 392 Kbytes).
Explicit del libro: “Signore, abbiate pietà del cristiano che dubita, dell’incredulo che vorrebbe credere, del forzato della vita che s’imbarca da solo, nella notte, sotto un firmamento non più illuminato dalle consolanti luci della vecchia speranza!”.
Barbey d’Aurevilly, letto il romanzo, sentenziò che a Huysmans non restava che o spararsi o convertirsi. Aveva visto giusto.

18** , lunedi’(quindi o 1837 o 1843. Propenderei per il secondo perché la versione francese dell’opera Lucia di Lammermoor, a cui i Bovary assistono a Rouen, è del 1839). Giorno fissato per la fuga di Emma Bovary da Yonville-l’Abbaye, Parte II, Capo XII di Madame Bovary, di Gustave Flaubert.
Questo classico ha donato alla letteratura mondiale la mirabile figura di Emma Bovary, solitario ed annoiato spirito provinciale, assetato di emozioni e di passioni. Altri personaggi del libro, come il patetico Carlo Bovary, non sono meno notevoli. La narrazione è indubbiamente lenta, ma ad ogni frase si forma davanti ai nostri occhi un quadro completo, con primo piano e sfondo, contorni, colori e chiaroscuro. Una volta che ci si è abituati, pare quasi che non ci possa essere altro modo di scrivere. E poi la perfezione della lingua francese di Flaubert è leggendaria.
(“Madame Bovary – Moeurs de province”, 1856 a puntate, 1857 in volume; 702 Kbytes).
“Elle aurait voulu que ce nom de Bovary, qui était le sien, fût illustre, le voir étalé chez les libraires, répété dans les journaux, connu par toute la France - Avrebbe voluto che questo nome di Bovary, che era il suo, fosse illustre; avrebbe voluto vederlo esposto nelle librerie, ripetuto nei giornali, conosciuto in tutta la Francia”(Capo IX, Parte I). Povera Emma, alla fine ci è riuscita.