Sardonicus dixit “Ormai i bambini non riescono più a farsi dare il buon esempio.”.
5 Settembre
17**. A mezzogiorno, muore Frate Medardo, protagonista del romanzo gotico “L’Elisir del Diavolo”, di E. T. A. Hoffmann. Un’edizione francese dà il 4 settembre, che forse sarebbe più corretto, perché Santa Rosalia, di cui Frate Medardo era devoto, viene appunto celebrata il 4 settembre. L’autore aveva letto “Il monaco” di Lewis (vedi 5 maggio), o, se non lo aveva letto lui, lo avevano letto i suoi personaggi, come risulta dalla Sez.1 della Parte II. Questi gli avranno certamente riferito sul contenuto. Hoffmann non era religioso personalmente, ma penso che si fosse intimamente ribellato ad una rappresentazione così negativa della Chiesa Cattolica come quella data dal Lewis. Forse in qualche modo volle presentare un’opzione alternativa (di tutte le superstizioni, scrisse nel romanzo, l’incredulità è la peggiore). Quello che manca di piccante nel suo libro rispetto al “Monaco” è compensato da una storia assai più complessa, di follia, di personaggi misteriosi ed allucinazioni, in cui vengono uccisi quasi esclusivamente vari parenti dell’assassino ed il personaggio principale continua a imbattersi in qualcuno, che si accolla i delitti più gravi (chi è? Attenzione: è una delle prime volte, se non addirittura la prima in senso assoluto, in cui un personaggio del genere compare nella letteratura mondiale). Tutte idee quanto meno originali, tipiche della fantasia dell’autore, forse il più fantasioso del suo secolo.
(“Die Elixiere des Teufels, nachgelassene Papiere des Bruders Medardus, eines Capuziners. Herausgegeben von dem Verfasser der Fantasiestücke in Callots Manier”, 1815, circa 300 pagine)