Sardonicus dixit “L’apparenza inganna, l’apparenza è tutto, è dunque tutto un inganno?”
6 Settembre
1755, sabato. Con la partenza degli Acadiani (coloni di discendenza francese in Canada) dalle rovine di Grand-Pré, termina la prima parte del poema “Evangelina”, di William Longfellow. Il giorno prima il colonnello Winslow ha letto nella chiesa di Grand-Pré l’ordine di deportazione degli Acadiani (in tutto i deportati furono 12600), firmato dal governatore Charles Lawrence. Nel seguito del poema Evangelina per tutta la vita vaga ricercando tra i resti del suo popolo sbandato il suo fidanzato Gabriele, dalla Nuova Scozia fino in Louisiana e poi dalla Louisiana fino a Filadelfia. Qui…
È questo il primo poema americano di qualche lunghezza e valore, scritto in inconsueti “esametri dattilici”, che non furono facilmente accolti dal pubblico americano. Le descrizioni del Nord America ancora quasi selvaggio e della vita di quei tempi ispirarono al poeta pagine di vera poesia. L’incipit è famoso nella letteratura americana:”Questa è la foresta primeva - This is the forest primeval”. La fine del poema, explicit, riecheggia i primi versi: a coloro che cantano la storia di Evangelina intorno al fuoco la sera, “… il vicino oceano parla, e con sconsolati accenti risponde il lamento della foresta -… the neighboring ocean - Speaks, and in accents disconsolate answers the wail of the forest”.
(“Evangeline”, 1847, 2 parti, 50 pagine)